Daniele Tamagni Style is Life

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Daniele Tamagni Style is Life

Genere Evento: Fotografia
Luogo: PALAZZO MORANDO | COSTUME MODA IMMAGINE
Indirizzo: Via Sant’Andrea 6, Milano
Data: dal 9 febbraio al 1 aprile 2024
Da martedì a domenica, ore 11 – 19 (aperta lunedì 1 aprile)
T. +39 02 884 65735 | c.palazzomorando@comune.milano.it www.costumemodaimmagine.mi.it

INGRESSO GRATUITO SENZA PRENOTAZIONE

Daniele Tamagni Foundation:
Valentina Notarberardino
valentina.notarberardino@gmail.com
T. +39 333.4872200

Comune di Milano | Cultura
Ufficio Stampa:
Elena Maria Conenna
elenamaria.conenna@comune.milano.it

Ufficio Comunicazione:
Area Musei D’Arte Moderna e Contemporanea
Responsabile: Rossella Molaschi
rossella.molaschi@comune.milano.it

Palazzo Morando | Costume Moda Immagine
Segreteria di direzione
c.palazzomorando@comune.milano.it
T. +39 02 884 65735
www.costumemodaimmagine.mi.it

Main sponsor: Key2People
Media partner: Africa Rivista
www.costumemodaimmagine.mi.it
www.danieletamagni.com
Facebook: Daniele Tamagni Foundation
Instagram: @danieletamagnifoundation

Cartella Stampa "Daniele Tamagni Style is Life"

Dal 9 febbraio 2024, la mostra “Daniele Tamagni Style Is Life” è aperta al Palazzo Morando | Costume Moda Immagine di Milano. Curata da Aïda Muluneh e Chiara Bardelli Nonino, promossa e organizzata dalla Fondazione Daniele Tamagni in collaborazione con il Comune di Milano. Prima grande retrospettiva del fotografo milanese, scomparso prematuramente nel 2017 all’età di 42 anni, vincitore di prestigiosi premi internazionali come il Canon Young Photographer Award nel 2007, l’ICP Infinity Award nel 2010 e il World Press Photo Award nel 2011.

Daniele Tamagni è stato un fotografo internazionale di grande fama: il suo sguardo innovativo ha fuso il fotogiornalismo, la street photography e la moda in uno stile che è diventato il suo marchio di fabbrica. Documentando gli stili e le tendenze della moda street, ha testimoniato il suo valore politico, talvolta sovversivo. Immortalando la fierezza e la gioia delle comunità urbane per le quali “lo stile è vita”, come recita il titolo della mostra, nelle foto di Daniele, l’abbigliamento diventa identità. 

Daniele ha intrapreso una missione per dimostrare quanto sia ricco il continente africano in termini di diversità e storie non raccontate. Daniele si è concentrato deliberatamente su individui ai margini della società, su coloro che sfidano le norme, dando la priorità all’affermazione di sé rispetto all’approvazione degli altri, su coloro che aprono la strada ai loro viaggi unici. 

La mostra presenta 90 fotografie, tra cui alcune completamente nuove, dove, grazie alla direzione esperta dei curatori, viene offerta una panoramica delle sue opere più importanti. Prima di tutto, i sapeurs congolesi della SAPE (Society of the Animators and Elegant People), noti anche come i “dandies” di Bacongo, un quartiere di Brazzaville nella Repubblica del Congo. 

Dalle sue fotografie emergono lo stile e i colori dei vestiti indossati, i dettagli degli accessori – occhiali da sole, orologi, cappelli – ma anche il gusto e la gioia di vivere. Fin dalle origini del movimento, all’inizio del XX secolo, i sapeurs avevano reinterpretato lo stile dei colonizzatori francesi, esibendosi nelle loro comunità in spettacoli in cui ostentazione, lusso e raffinatezza diventavano strumenti di resistenza culturale. 

“Daniele aveva scoperto come rendermi invisibile e allo stesso tempo determinato nel dirigere la performance dei sapeurs e la loro attenzione verso l’obiettivo della sua macchina fotografica, catturando quel sublime momento in cui la vita e l’arte si combinano per creare immagini senza tempo”, ricorda Michael Hoppen, la cui galleria di Londra è tra le più qualificate a livello internazionale e che ha introdotto il lavoro di Tamagni nel mondo del collezionismo.

 Il rinomato stilista inglese Paul Smith, per creare la sua collezione primavera-estate 2010, si è ispirato alle fotografie del libro Gentlemen of Bacongo (pubblicato nel 2009 da Trolley Books), diventato un bestseller in fotografia e che ha contribuito al riconoscimento del International Center of Photography di New York. 

La visita prosegue con i metallari del Botswana, un progetto del 2012, quando il movimento afro-metal era al suo apice. Ospite di un gruppo di heavy metal, creato dai nipoti di uno psicologo italiano che aveva costruito l’ospedale psichiatrico principale del paese, Tamagni immortala anche la vita quotidiana degli artisti. Attraverso il suo sguardo, risaltano il loro stile, gli accessori e gli strumenti, con un astuto gioco di luci e contrasti. Daniele ci guida verso un immaginario “africano oscuro”, facendoci dimenticare, seppur per un attimo, i colori vivaci dei sapeurs.

Troviamo la sinfonia di tessuti colorati nei costumi tradizionali dei lottatori boliviani, un progetto premiato dal World Press Photo. Le cholitas boliviane riconosciute dalla pollera, la particolare gonna che indossano, sfidano la prospettiva tradizionale dei ruoli di genere, promuovendo, anche attraverso la lotta, forme concrete e positive di emancipazione femminile a livello sociale e politico. 

E ancora, la street photography con le giovani crew urbane di Johannesburg, originarie di un contesto politico altamente repressivo, dove la moda, ancora una volta, offre una forma di riposizionamento dell’identità, di appartenenza a una società reimmaginata e libera. 

Con le sue fotografie delle “Joburg Style Battles” del 2012, Tamagni avvia conversazioni fotografiche, esercizi artistici collaborativi in cui rappresenta una scena varia e vitale tra stile e performance, popolata da crew di danza come Vintage e subculture come Smarteez. Il fotografo è riuscito a documentare questo mosaico di storie, stili e persone, in cui la moda è uno strumento per esprimere e rappresentare una libertà conquistata con fatica. 

Segue la sezione dedicata alla Dakar Fashion Week, dove Daniele ha catturato l’intimità e la spontaneità dietro le quinte dei fashion show e nei laboratori in Senegal. Nel 2012 c’erano ancora pochi fotografi internazionali presenti per documentare quello che oggi è l’evento di punta della moda africana

Come sottolinea Chiara Bardelli Nonino, co-curatrice della mostra: “Daniele era stato attratto dalla moda fin dall’inizio, ma in una declinazione per la quale i marchi e le settimane della moda dell’epoca non erano pronti. Voleva capire e fotografare lo stile, soprattutto quel momento in cui il gusto personale si trasformava radicalmente in un gesto e in una volontà di messaggio, destinato ad altri. 

Ecco perché la sua ricerca partiva sempre, prima di tutto, dalle persone. Daniele voleva conoscere i suoi soggetti, tessere amicizie, scoprire perché si vestivano in un certo modo, cosa volevano comunicare e a chi”. Immagine dopo immagine emerge lo sguardo del fotografo, uno sguardo che in tutte le sue opere ha utilizzato la sua vasta conoscenza dell’arte e la sua passione per la moda e le subculture, celebrando le evoluzioni sociali attraverso l’abbigliamento delle nuove generazioni in Africa e America LatinaLa nascita di nuove identità locali nel contesto di un mondo sempre più globalizzato e interconnesso

La mostra si completa con una sezione che espone le opere dei primi tre vincitori della Daniele Tamagni Grant, istituita dalla fondazione che, oltre a valorizzare l’eredità artistica di Daniele, mira a testimoniare la sua connessione con l’Africa, sostenendo la formazione di fotografi emergenti, in partnership con il Market Photo Workshop di Johannesburg (Sud Africa). 

Fondata da David Goldblatt nel 1989, prima della fine dell’apartheid, la scuola è la principale istituzione di formazione africana nel campo della fotografia. La monografia Daniele Tamagni Style Is Life pubblicata da Kehrer Verlag (testi in inglese e italiano, 150 immagini, 24×32 cm, 256 pagine) accompagna la mostra, arricchita da un’ampia selezione di contributi: oltre ai curatori, l’Assessore alla Cultura di Milano, Tommaso Sacchi, il Direttore della Area Museale di Arte Moderna e Contemporanea Gianfranco Maraniello, Alain Mabanckou, Angelo Ferracuti, Gerardo Mosquera, Emmanuelle Courreges, Lekgetho Makola; e poi le testimonianze di Alessia Glaviano, Duro Olowu, Michele Smargiassi, Deborah Willis e molti altri ricordi. 

Le opere di Tamagni, un interprete eccezionale della fotografia negli anni 2000, sono presenti nelle collezioni dei musei europei e americani, tra cui il LACMA di Los Angeles, il MOCP di Chicago, il Houston Fine Art Museum, il Brighton Royal Pavilion e il Schwules Museum di Amburgo.

Testi e foto sono tratti dalla cartella stampa della mostra. Download cartella stampa

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